Ironia e sospensione del giudizio
Un “tweet parodia” su caldo e rider suscita una piccola tempesta social, facendo arrabbiare anche profili noti. Non cogliere la critica celata in 280 caratteri è normale, attaccare senza verificare no
Il “tweet parodia” è una forma sintetica e amaramente ironica di critica. Nella gabbia dei 280 caratteri fa emergere in maniera caricaturale l’illogicità di una posizione o di uno slogan. Il “tweet parodia” nasce per suscitare una reazione più profonda della critica esplicita, con la sua forma implicita infatti sorprende, confonde, accende dubbi. Va insomma a scuotere la polvere dalla libreria delle certezze acquisite. Perché abbia effetto però, l’ironia deve essere sottile. Più è credibile, infatti, più agisce come una sirena che suona senza preavviso.
Il 16 luglio scorso ho pubblicato il seguente tweet: «Sono quasi le 9 e già fa caldissimo. Nessuno dovrebbe stare sotto il sole oggi. Per prudenza mi farò consegnare tutto a casa: spesa, pranzo e cena. È anche una scelta ecologica perché non muovo la macchina e le consegne le fanno in bici. Restiamo umani». Parodia di una retorica incentrata su diritti umani ed ecologia a singhiozzo, con una spolverata di ansia climatica che non guasta mai. Nel tweet c’è la spocchia di chi si crede depositario della verità assoluta, c’è la triste arroganza di chi, guardando Netflix sul divano di casa, sogna una nobiltà mai avuta, c’è l’essenza della narrazione dominante contemporanea.
Una narrazione dominante che qui su Notturno viene analizzata maschera dopo maschera attraverso articoli di critica, ma che può essere contestata anche attraverso l’ironia. Il tweet ha superato nel giro di poche ore le 60mila visualizzazioni, divertendo molti utenti e infastidendone alcuni. Tra le persone che non l’hanno apprezzato c’è anche Alberto Bagnai, docente all’università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara e deputato della Lega.
L’elemento curioso non è che tanti utenti, anche noti, siano caduti nell’inganno della parodia: questo è, in parte, l’obiettivo del tweet (per funzionare come una sirena che suona senza preavviso deve essere credibile). Bensì che abbiano attaccato pubblicamente, anche insultando, senza aver prima verificato. Per verificare un tweet basta cliccare sul profilo dell’autore e vedere chi è e cosa pubblica solitamente. Per capire che lavoro fa, se scrive per lavoro, cosa scrive e per chi scrive. Tutti elementi che consentono di contestualizzare e comprendere. Una procedura veloce, semplice, che dovrebbe essere la norma quando si sta per prendere posizione duramente su un tema. Questo per molti utenti (anche noti) non è avvenuto, e fa riflettere, perché la famosa narrazione dominante si nutre proprio dell’assenza di sospensione del giudizio. Già è dominante, vale la pena almeno supportare gli anticorpi del dubbio. Sì, anche attraverso l’ironia. (Riproduzione riservata)
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