Kamala Harris, la ragazza della porta accanto
Prima donna procuratore generale, prima candidata afroamericana alla presidenza degli Stati Uniti, unica speranza contro Trump: ecco perché il mondo intero deve sostenere la sua corsa alla Casa Bianca
(Avviso ai lettori: data la linea editoriale dominante, anche Notturno ha deciso di adeguarsi. Per oggi)
Giovane, competente e in grado di battere Donald Trump. Basterebbero queste tre caratteristiche per convincere il mondo a sostenere Kamala Harris (sì, il mondo, perché fermare Donald Trump è un dovere per tutti), ma c'è di più. Kamala Harris (classe 1964) è prima di tutto la ragazza della porta accanto, è la vicina di casa cordiale che incontri la sera mentre fai la raccolta differenziata: due battute e subito ecco la sua risata fragorosa e contagiosa.
Kamala Harris ha un curriculum vitae tanto luminoso da far scomparire tutti gli altri possibili candidati. Intanto occorre ricordare che l'attuale vicepresidente ha origini indiane da parte di madre e giamaicane da parte di padre, questo fa di lei la prima candidata afroamericana nella storia degli Stati Uniti. Kamala Harris è una donna, è una moglie (sposata con l’avvocato californiano e di origini ebree Douglas Emhoff), è una lavoratrice (è stata eletta procuratore di San Francisco tra il 2004 e il 2011 e poi procuratore generale della California tra il 2011 e il 2016), ed è una paladina dei diritti civili. Solidi i suoi legami con Planned Parenthood, multinazionale non a scopo di lucro nata con l'obiettivo di difendere i diritti delle donne e dei bambini non nati. Kamala Harris è la candidata migliore possibile? Sì, e a dirlo sono gli stessi che fino a ieri definivano Joe Biden il miglior candidato possibile, dunque perché non fidarsi?
Mentre Donald Trump riceve oscuri finanziamenti, provenienti da ambienti dell'estrema destra americana con note nostalgie fasciste, Kamala Harris in poche ore ha raccolto quasi cento milioni di dollari dai più importanti filantropi degli Stati Uniti. Ha ottenuto inoltre il sostegno della famiglia Obama e della famiglia Clinton, due famiglie come lei “della porta accanto”.
E qui si arriva al nocciolo della questione: in un mondo ferito da tante guerre, chi mai sceglierebbe Trump potendo scegliere Harris? Durante la presidenza Trump l'America ha dichiarato guerra a così tanti Paesi che è impossibile farne qui l'elenco (invitiamo i lettori a fare mente locale), ma con Harris presidente, e magari Hillary Clinton vicepresidente, il pianeta sarebbe un posto più sicuro.
Da un lato Donald Trump con il braccio alzato che grida: «Fight! Fight! Fight!», dall'altro Kamala Harris che sorridendo ripete: «What can be, unburdened by what has been». Il 5 novembre 2024 non si deciderà solo il futuro della più grande democrazia del mondo, bensì il futuro della società civile. Un futuro che con Kamala Harris potrà essere libero dai poteri forti e finalmente ispirato ai diritti civili. Un futuro nel quale tutti i cittadini che sostengono apertamente il pensiero unico sono al sicuro fino a quando lo decide il Potere. Un futuro sereno, guidato dal sorriso contagioso di una giovane ragazza della porta accanto. (Riproduzione riservata)
La tipica "ragazza" mangia prega ama. Sarà un successone