Pienza, il “grazie” delle suore benedettine
Continua la battaglia delle tredici religiose in difesa del monastero “Maria Tempio dello Spirito Santo”. La comunità ringrazia i laici per la vicinanza e invita a pregare per la Chiesa
«Siamo rimaste commosse dalla generosità di tante persone che si sono mobilitate per assisterci: chi viene a portarci la spesa o i farmaci, chi ci lascia dei fiori in giardino, chi ci scrive con affetto, chi ci commissiona piccoli lavori, chi ci viene a trovare e chi ci sostiene con delle offerte». Così le suore benedettine di Pienza ringraziano le tante persone che si sono mobilitate per aiutarle in questi mesi di impensabile battaglia con la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e la Santa Sede. Attualmente le tredici religiose vivono ancora sotto assedio, con il costante pericolo di essere sfrattate dal monastero “Maria Tempio dello Spirito Santo”.
L’aspetto più doloroso per le suore benedettine è l’atteggiamento della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, scrivono infatti: «La diocesi e la Chiesa locale continuano ad avere un atteggiamento ostile nei nostri confronti. Siamo ignorate come un fastidioso corpo estraneo, non solo da parte del clero pientino, ma anche da colui che dovrebbe essere per noi Padre e Pastore, il nostro vescovo-cardinale: non l’abbiamo mai né visto né sentito dall’inizio della nostra vicenda. Ci trattano come se fossimo “un problema da risolvere”, tanto che – se non fosse per dei sacerdoti che vengono da fuori Regione – non ci verrebbero amministrati i Sacramenti e la Santa Comunione nemmeno nei giorni di precetto. Lo comprendiamo bene: il nostro monastero non è remunerativo come potrebbe esserlo un centro di accoglienza per profughi o un prestigioso resort».
Impegnate nella battaglia, le religiose lanciano anche un monito: «Quanto accade a noi è già accaduto, sta accadendo e accadrà a molte altre comunità religiose: sono soprattutto quelle i cui casi non meno conosciuti, che possono comprendere quale sia il nostro stato d’animo dinanzi a un attacco che ha qualcosa di diabolico. Ma oltre ai conventi e ai monasteri perseguitati, ci sono tanti sacerdoti, per i quali la solitudine e il senso di abbandono è ancora più difficile da affrontare, specialmente quando il loro ostracismo è motivato dalla loro fedeltà a Cristo».
La comunità benedettina di Pienza ringrazia così monsignor Carlo Maria Viganò, che ha preso pubblicamente posizione in difesa della loro realtà monastica, e tutti i laici che stanno offrendo aiuto materiale e spirituale al monastero. Le religiose lasciano infine un messaggio: «Un grazie anche ai giornalisti seri e professionali che hanno fatto conoscere con completezza la nostra vicenda e non si sono piegati ai diktat del pensiero unico». (Riproduzione riservata)
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