Silvio Berlusconi, fra personaggio e persona
Il Cav si è spento all’età di 86 anni. Se ne va un pezzo della storia italiana, danneggiato più dal proprio ego che dagli antiberlusconiani di professione. Un ricordo? Tentò di salvare Eluana Englaro
Non puoi non parlarne. Non puoi non scriverne. È sempre stato così con Silvio Berlusconi. Chi fa oggi informazione e comunicazione deve e dovrà farci i conti, perché è esistito un "prima Silvio Berlusconi" e un "dopo Silvio Berlusconi". E il Cav ne era pienamente consapevole. Sono tanti i meriti che costellano la carriera pubblica di Silvio Berlusconi, ma sono tante anche le colpe. In primis l’incapacità di circondarsi di persone intellettualmente oneste. Persone capaci di dire «No, presidente, questa battuta no», oppure «No, presidente, questa trasmissione no», oppure ancora «No, presidente, questa frequentazione no». Amici e collaboratori sinceri insomma, disposti a rischiare una discussione pur di salvaguardare l’immagine pubblica del Cavaliere, delle sue aziende e del Paese intero.
Attorno all’uomo ricco e potente sono accorsi numerosi cortigiani interessati e forse il suo ego gli ha impedito di fare salutari pulizie dall’agenda. Molti devono la loro carriera a Silvio Berlusconi, chi come suo dipendente diretto e chi come antiberlusconiano di professione.
Dovendo scegliere un solo fotogramma della vita pubblica di Silvio Berlusconi, si potrebbe tornare al febbraio 2009, quando l’opinione pubblica italiana era concentrata sul caso di Eluana Englaro. Ebbene, alla fine perse, ma Silvio Berlusconi cercò di salvare Eluana Englaro. Fu un messaggio chiaro per l’opinione pubblica: il favor mortis non è ineluttabile. Certo, il premier avrebbe potuto fare molto di più per il favor vitae, ma il suo decreto d’urgenza (non firmato da Giorgio Napolitano) rimane ancora oggi come un timido bastone fra le ruote di una ideologia che mira a rendere la vita un bene a disposizione del più forte.
L’odio che in queste ore viene vomitato sui social contro Silvio Berlusconi ha lo stesso colore delle beatificazioni, delle agiografie rosate che vogliono cancellare tutte le ombre di una vita fatta anche di eccessi e cattivo gusto. Ora però è il tempo del silenzio, nel rispetto di chi se n’è andato e di coloro che lo piangono. La civiltà e il buongusto passano anche da qui. (Riproduzione riservata)
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Grazie x queste belle parole Giacomo. Anch'io porto nel cuore il ricordo di quest'uomo quando scoppiò in pianto alla notizia della morte atroce di questa povera ragazza, vittima di una ideologia mortifera, senza pietà, proprio da colui che doveva salvarle la vita essendone il padre. Anche allora il popolo si divise, come ai tempi di Gesù e decise la condanna dell'innocente