Stampa e fiducia dei lettori
Boom di reazioni all’articolo di Notturno sulle intimidazioni ai giornalisti impegnati a raccontare le manifestazioni contro il green pass. Un appello corale: «Giornalisti, cercate la verità»
«Raccontare la verità senza distorsioni né omissioni. Stessa cosa che dovrebbe fare la scienza e che nemmeno lei sta facendo. E aggiungo... Essere animati dal costante dubbio per cercare sempre, senza fermarsi alle apparenze o alle facili verità, essere scomodi e onesti, sempre, non condannare ma raccontare, sia il bianco che il nero, essere coerenti con la verità». Sono oltre 400 i commenti ricevuti su Twitter per l’articolo “Green pass e giornalisti sotto attacco”, pubblicato qui sulle pagine virtuali di Notturno il 20 ottobre scorso.
Il dibattito sul giornalismo che si è aperto sotto il tweet è prezioso. Nei lettori c'è sia consapevolezza profonda sia disincanto doloroso. Scrive un utente: «Individualmente poco. Collettivamente sforzarsi di dire la verità. E possibilmente tutta la verità, senza omissioni di comodo. Provare a documentarsi sui fatti di cui si scrive, e non riferirli imbellettando le agenzie o maltraducendo da giornali esteri. Quando non inventando».
La ricerca della verità è il filo rosso che lega tutti i commenti ricevuti, ed è interessante perché coincide con l’articolo 1 del Testo unico dei doveri del giornalista, che a sua volta riprende l’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963 (la legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti):
«È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede».
Un utente propone: «Non so, cominciare a dare notizie in modo equilibrato? Non fare interviste con tono di maestrini che hanno già la verità in tasca e devono sbertucciare il dissenziente per fare la lezioncina rassicurante agli altri? Studiare argomenti di cui si scrive invece di copiare veline?».
Duro anche il commento di un altro utente, che risponde: «Perché la sfiducia contro la categoria? Ma lei sta scherzando mi auguro! Pagati per fare propaganda vaccinale e ignorare completamente il dissenso cercando in tutti in modi possibili di imporre un pensiero unico. Odiosi menestrelli di un sistema criminale».
Trova conferma l’appello più volte lanciato dalle pagine virtuali di Notturno: riscoprire la deontologia. Tornare alle radici di una professione fondamentale per la buona salute della democrazia, ma che perde la sua dignità se accetta di farsi portavoce di un potere piuttosto che di un altro. Non c’è libertà senza giornalismo, ma il giornalismo vero, quello che dà tutte le notizie, anche quelle scomode, anche quelle difficili, anche (e soprattutto) quelle che rompono gli slogan rassicuranti del potere (qualsiasi potere, di qualsiasi colore compreso il grigio).
Un altro commento: «Come fai a chiedere: " perché sfiducia verso giornalisti "? Non vedi la parzialità dell'informazione, l'oscuramento dei fatti reali, il denigrare chi pensa differente?».
Un utente aggiunge: «In un periodo come questo, il giornalista deve essere una spina nel fianco del potere politico, mettere in dubbio la narrazione per cercare la verità, quale essa sia. Un giornalista che fa eco al potere farebbe meglio a definirsi speaker di un ufficio stampa del governo o di altri».
E così per oltre 400 commenti, che ancora continuano ad arrivare. Scrive un utente: «Semplice: gli articoli/servizi sono sempre più spesso editoriali, viene preso per buono quello che dice una sola campana, purché autorevole e che ricopra ruoli importanti. Senza più verificare nulla».
Un fiume in piena che si può leggere in forma integrale cliccando sul link Twitter posto a inizio articolo, un fiume che merita ascolto e suggerisce la nascita di un dibattito profondo e libero interno alla categoria. La fiducia fra lettori e giornalisti è ricarica di libertà: coltiviamola. (Riproduzione riservata)
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