Vincent Lambert, la storia e il silenzio
Quattro anni fa veniva ucciso in Francia un uomo in stato di coscienza minima, la sua era una vita non degna di essere vissuta. Il potere ha vinto due volte: nessuno reagì allora, pochi conoscono oggi
L’11 luglio 2019 Vincent Lambert, in stato di coscienza minima a seguito di un incidente automobilistico avvenuto nel 2008, moriva nel suo letto all’ospedale di Reims, in Francia. Il 42enne, infermiere, si spegneva dopo nove giorni di agonia: medici e giudici francesi avevano infatti deciso per lo stop all’idratazione e alla nutrizione, provocando così all’uomo una lenta e dolorosa agonia. Secondo i medici prima e i giudici poi, infatti, la vita di Vincent Lambert non era più degna di essere vissuta, non rientrava più nei canoni di produttività e bellezza imposti all’uomo contemporaneo. A nulla servirono gli sforzi dei genitori di Vincent Lambert, che combatterono fino all’ultimo per difendere la vita fragile del loro amato figlio.
La stampa mainstream dimenticò di accendere i riflettori sulla storia di Vincent, e quando lo fece parlò di giusta fine delle sofferenze per un vegetale. La politica, ormai maschera di altri poteri, volse lo sguardo dall’altra parte, perché difendere i diritti fondamentali dell’uomo non porta consensi. La Chiesa, salvo rarissime eccezioni, scelse un silenzio dichiaratamente addolorato, lasciò intendere insomma che soffriva per la situazione ma che certo non poteva prendersi la responsabilità di ricordare i principi non negoziabili. Intellettuali e star dello spettacolo erano troppo impegnate a discettare di gossip, avrebbero voluto approfondire ma il tempo purtroppo non basta mai e le giornate hanno solo 24 ore.
In piazza, migliaia di francesi gridarono che Vincent doveva essere curato fino alla morte naturale, che la vita va custodita sempre, che se medici e giudici decidono quali vite sono degne di cura e quali no si rischia di ripiombare negli anni bui di regimi antiumani. Ma la maggioranza dell’opinione pubblica non se ne accorse. Passò oltre. A luglio ci sono le vacanze da organizzare, inoltre fa caldo, perché andarsi a impelagare su argomenti che poi non si possono neanche usare durante gli aperitivi per far bella figura con gli amici?
Mentre il mondo correva, un cittadino francese agonizzava nella stanza dell’ospedale che avrebbe dovuto curarlo. Che prende le tasse dei cittadini per curare i cittadini. Un cittadino francese rantolava, chiedendo un goccio d’acqua. La sete gli seccava le labbra, la fame gli provocava crampi insopportabili, ma nessuno mosse un dito. Nessun medico alzò la voce e attaccò una flebo al suo braccio, nessun infermiere gridò che stavano commettendo un crimine contro l’uomo, nessun vigilantes chiamato per impedire ai genitori di Vincent di avvicinarsi troppo si licenziò. Nessun vescovo, nessun cardinale si fece portare di corsa all’ospedale, pronto a causare un incidente diplomatico pur di fermare la macchina dell’orrore.
L’11 luglio del 2019 Vincent Lambert moriva per mano di un’Europa obnubilata dal favor mortis. Dopo Terri Schindler, Eluana Englaro, Charlie Gard, Alfie Evans e chissà quante altre storie sconosciute, anche la Francia si inginocchiava alla cultura della morte. Esistono vite non degne di essere vissute. L’11 luglio 2019 si apriva una breccia nelle mura poste a protezione dell’indisponibilità della vita umana e il potere superava confini giudicati insuperabili fino a pochi anni prima. La maggior parte della popolazione europea ancora oggi, 11 luglio 2023, ignora la vicenda di Vincent Lambert. E questa è la seconda, grande, incredibile vittoria del potere. (Riproduzione riservata)
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Questi sono i nuovi martiri di una società disumana!