Buone vacanze da Notturno
La newsletter fa una sosta e recupera le energie per tornare a settembre a pieno regime. Grazie ai lettori per il supporto e auguri a tutti, in modo speciale a chi non potrà viaggiare
«Le vacanze non devono essere viste come una semplice evasione, che impoverisce e disumanizza, ma come momenti qualificanti dell’esistenza stessa della persona. Interrompendo i ritmi quotidiani, che l’affaticano e la stancano fisicamente e spiritualmente, essa ha la possibilità di recuperare gli aspetti più profondi del vivere e dell’operare. Nei momenti di riposo e, in particolare, durante le ferie, l’uomo è invitato a prendere coscienza del fatto che il lavoro è un mezzo e non il fine della vita, ed ha la possibilità di scoprire la bellezza del silenzio come spazio nel quale ritrovare se stesso per aprirsi alla riconoscenza e alla preghiera. Gli è spontaneo allora considerare con occhi diversi la propria esistenza e quella degli altri: liberato dalle impellenti occupazioni quotidiane, egli ha modo di riscoprire la propria dimensione contemplativa, riconoscendo le tracce di Dio nella natura e soprattutto negli altri esseri umani». Così parlava Giovanni Paolo II il 21 luglio del 1996, mentre il suo sguardo si perdeva nel verde di Pieve di Cadore, in Veneto. Anche Notturno fa una piccola sosta e, dopo questi mesi tanto ricchi di notizie, si prepara per tornare a settembre con nuove energie. D’obbligo un grazie e un augurio.
Grazie ai lettori di questa newsletter indipendente: con il vostro supporto è possibile accendere i riflettori su notizie che altrimenti verrebbero ignorate e proporre analisi estranee alla narrazione dominante su fatti raccontati in grigio dalla stampa mainstream. È una goccia in un dibattito pubblico che si fa via via desertico, ma proprio in questa fase ogni piccola goccia è preziosa. Gli spazi della libertà di stampa si restringono, eppure Notturno vive senza un editore, senza una versione cartacea, senza presenze televisive. Vive grazie a chi legge e condivide, segnala, discute, critica: rinasce così, in formato digitale, quel rapporto di fiducia/dialogo che per secoli ha caratterizzato lettori e giornali cartacei. E questo è un grande segno di speranza anche per il giornalismo.
Concedersi un po’ di tempo per riflettere, leggere, pregare e godere delle bellezze del Creato è possibile anche rimanendo a casa, nella propria città, ma diventa una sfida più ardua. Liberarsi dai pensieri di ogni giorno senza potersi spostare richiede forza, speranza e fantasia, per questo un pensiero speciale va a chi non può raggiungere fisicamente la propria meta del cuore. L’augurio è quello di ricreare un frammento di Terra di Mezzo nella quotidianità di sempre.
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