Ci sono i telegiornali. E poi c'è la realtà
Giornalisti, vip vari, politici, Agesci, AC, Sant'Egidio e persino una suora: tutti in piazza per dire sì al riarmo europeo da 800 miliardi. Come rimanere in piedi nella tempesta della propaganda?
Ursula von der Leyen annuncia un riarmo da 800 miliardi di euro per l'Europa. Il secondo quotidiano italiano, edito da Gedi (il cui capitale sociale, dal 7 giugno 2024, è detenuto al 100% da Exor), lancia una manifestazione a sostegno di questa Europa. In piazza scendono migliaia di persone sventolando (insieme) le bandiere della pace e dell'Europa. Sul palco salgono giornalisti, attori, cantanti, intellettuali. In piazza anche realtà quali Azione Cattolica, Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) e Comunità di Sant'Egidio. In mezzo alle bandiere compare anche il velo di una suora che, intervistata dall'inviata di ByoBlu, afferma: «Se non abbiamo le armi moriremo noi, che siamo i portatori dei valori della pace». Servono armi, sempre più armi per portare la pace. C'è così tanta voglia di pace che bisogna subito acquistare bombe e F-35 (vedi intervista di Famiglia Cristiana a suor Nadia Bonaldo).
L'età media dei manifestanti è 70 anni, plastica rappresentazione del sempreverde grido “Armiamoci e partite!”. Intellettuali, vip, autoproclamatisi esperti, pensionati: tutti uniti per spingere l'opinione pubblica verso un intervento militare nel quale loro non saranno coinvolti. Un coro sguaiato che ricorda la melodia propagandistica del 2021, in quel caso riassunta nel claim “Atto d'amore per salvare i fragili”. I giornali plaudono all'iniziativa, le televisioni mostrano le bandiere che sventolano in un ponentino anticipato, le radio celebrano l'altruismo di chi è tanto preoccupato per le sorti di altri Paesi da essere pronto a mandare i figli altrui al fronte.
Persino il pontefice più amato di sempre dalla stampa, che dal Gemelli sussurra: «C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità. Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Le religioni, inoltre, possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace», viene prontamente silenziato.
L'ipersemplificazione del reale tocca vette inedite, segnando un traguardo sempre più vicino: trasformare l'opinione pubblica in una massa di adolescenti viziati, sempre sull'orlo di una crisi isterica. Se all'instabilità emotiva tipicamente adolescenziale si aggiungono relativismo e nichilismo, ecco servito un pubblico pronto ad applaudire dal divano di casa anche alle peggiori atrocità. La speranza di non essere toccati dall'ingiustizia se ci si spella le mani per il potere ha mostrato nei secoli la propria debolezza, ma nonostante tutto ciclicamente ritorna.
Che Michele Serra, editorialista di Repubblica (edito da Gedi, gruppo Exor), vada nel salottino di Fabio Fazio a dire «Un po' di paura secondo me è un ingrediente necessario in questo momento» sconcerta ma non sorprende. Ciò che sorprende è l'immobilismo di un mondo informativo, intellettuale, artistico e del terzo settore che da anni parla di pace e che improvvisamente accetta e addirittura rilancia questa escalation che rischia di gettare l'Europa nell'orrore di un nuovo conflitto mondiale. Sulla stampa tutti compatti per l'Europa del riarmo, su Facebook tutti a pubblicare ricette, su Instagram tutti a mostrare i risultati della palestra in vista della prova costume, su TikTok tutti a eseguire in playback la coreografia del momento.
In fondo è tutta una grande, gigantesca coreografia, nella quale i coreografi rimangono celati dietro le quinte e alcuni primi ballerini vip mostrano i passi a un gruppo di persone fuori tempo e fuori forma. Involontariamente è stata Chiara Geloni su Twitter a dare la migliore definizione della manifestazione per l'Europa: «Scrivo senza sapere cosa sia stato detto in piazza: non si sentiva niente, e forse è meglio così». Le differenze con il 2021 non si vedono? Perché non ci sono. Così come non ci sono differenze con chi è corso a comprare una Tesla per potersi atteggiare a salvatore del mondo, a bastone tra le ruote della crisi climatica, per poi correre a rivendere l'auto nel momento in cui i giornali (magari editi da Gedi, gruppo Exor) hanno detto che Elon Musk è fascista.
Come si rimane in piedi in questo clima infernale (nel senso più profondo del termine)? Come si sopravvive quando ci si scopre minacciati da Sauron, protetti da Saruman e controllati da Dolores Umbridge? Bisogna cambiare storia. La Compagnia dell'Anello e l'Ordine della Fenice sono nati perché nonostante la follia di un mondo soffocato dal Male i loro membri continuavano ad amare. Amavano la vita, amavano i loro compagni di avventura, desideravano custodire ciò che c'era di buono per chi sarebbe venuto dopo di loro.
E allora, ancora, come si rimane in piedi? Risponde Irina Borisovna Ratushinskaja, con il libro “Grigio è il colore della speranza” (traduzione italiana a cura di L. Montagnani, Rizzoli, Milano 1989): «Tutte le norme dell’esistenza umana inculcate in ognuno di noi ancor prima che cominciamo ad avere coscienza di noi stessi venivano deliberatamente e scrupolosamente calpestate. (…) Una persona normale è scioccata dalla brutalità e dalle menzogne? Allora ve ne forniranno in tale quantità che dovrete chiamare a raccolta tutte le vostre forze interiori per ricordare che esiste, esiste un’altra realtà!».
La narrazione dominante non è la realtà. Anche se tutti gli attori dovessero un giorno arrivare a recitare lo stesso copione (più di oggi), la propaganda non potrà mai prendere il posto della realtà. Il Bene rimarrà sempre il Bene, anche se sarà etichettato come pericoloso oscurantismo, il Male resterà sempre Male, anche se sarà presentato come luminoso progresso. E tutte le menzogne un giorno cadranno. Prima cresceranno fino a diventare una muraglia in grado di oscurare il sole, poi si sbricioleranno. Diventeranno polvere perché sulla menzogna non è possibile costruire nulla di duraturo, diventeranno polvere perché ci sarà stato chi, con tenacia profondamente umana, avrà picconato la muraglia centimetro dopo centimetro (a differenza dell'esercito, qui tutti possono partecipare). Restare in piedi, riconoscere la menzogna, picconare, non cedere alla disperazione anche se tutto il mondo sembra negare la realtà: la muraglia cadrà. (Riproduzione riservata)
Per restare sintonizzato su “Notturno” clicca su “Iscriviti”. “Notturno” vive grazie ai lettori: se ti abboni sostieni il lavoro giornalistico della newsletter e ottieni l’accesso completo all’archivio. Riceverai inoltre, ogni settimana, un contenuto riservato agli abbonati. Puoi cancellare la tua iscrizione in qualsiasi momento cliccando su “Unsubscribe”.