Don Antonello Iapicca: “Indi Gregory martire innocente”
ESCLUSIVA Il sacerdote, da anni missionario in Giappone, analizza per Notturno quanto accaduto in Inghilterra: «Tutto questo orrore imploderà nel nulla, solo la Croce illumina la storia»
Don Antonello Iapicca, sacerdote italiano, da trent’anni in missione a Takamatsu, in Giappone, ha seguito con particolare attenzione la vicenda di Indi Gregory, la bambina di otto mesi privata delle cure di base perché affetta da una malattia rara. Alla luce di quanto accaduto, abbiamo rivolto alcune domande a don Iapicca, chiedendogli di analizzare i lati più oscuri di questa vicenda: il favor mortis che ha mosso medici e giudici inglesi, i tanti silenzi di istituzioni che avrebbero dovuto alzarsi in piedi in difesa della vita, le menzogne avallate con nuove parole e nuovi significati. Infine, abbiamo chiesto se c’è ancora spazio per la speranza. Le risposte sono diventate un fiume in piena, un testo che merita lettura integrale e che qui di seguito vi proponiamo senza aggiunte né tagli. Grazie a don Antonello Iapicca.
Nei giorni tristi segnati dalla dura vicenda di Indi che hanno condotto alla sua uccisione per l'iniqua decisione di medici e giudici, mi è tornato alla mente il Cardinal Pell, morto all'inizio di quest'anno. Entrambi infatti sono stati martiri della furia ideologica di questi tempi. Eh sì, perché di furia si è trattato, che continua ancora, dopo giorni dalla morte della piccina, La stessa furia che ricordo accompagnò l'ingresso in carcere del Cardinale Pell, innocente di fronte ad accuse infamanti. Furia che ho potuto constatare scrivendo in sua difesa, e ricevendo insulti irripetibili. Ed è sempre così, di fronte alla vicenda di Indi come a quella del Cardinal Pell, come di fronte a ogni singola parola pronunciata nel nome di Cristo per discernere la realtà alla luce della fede, è come se scattasse una molla inzuppata nel male più oscuro e torbido. E giù offese, calunnie, ira, slogan ripetuti come un mantra e usati come sordine violente per tappare la bocca perché non si oda alcuna voce dissonante. La Chiesa deve tacere.
Ricordo bene quando, incontrandolo a Sydney prima che fosse condannato e incarcerato, il Cardinale Pell mi disse le stesse parole che poi trascrisse nel suo diario: “A volte Dio sceglie in modo strano. Sono preso in una lotta tra il bene e il male. Ultimamente, me ne sto rendendo sempre più conto. Una mia amica, un’anziana accademica, era presente in aula quando la giuria ha pronunciato il verdetto di colpevolezza (il momento peggiore della sua vita, ha detto). È una vera credente, cattolica, per niente misticheggiante, ma mi ha confidato che tra la giuria e in aula aveva percepito la presenza del male”.
Mi sono venute in mente quando ho letto le dichiarazioni del papà di Indi, identiche a quelle del Cardinale al punto da far venire i brividi: “In tribunale ho percepito di essere all'inferno, quindi deve esistere il paradiso: vorrei che mia figlia fosse battezzata e forse lo sarò anche io”. Nella “lotta tra bene e male” dove sono “stati presi”, il Cardinal Pell, Indi e i suoi genitori - un Pastore e una famiglia, ed è un'immagine della Chiesa - sono per tutti una profezia di quello che accadrà in un futuro molto vicino. Martiri in breve tempo, i cristiani subiranno sempre più violenta la persecuzione a causa della testimonianza alla Verità. Perché satana esige sacrifici umani, per scolpire la menzogna nelle menti, nei cuori e nelle anime. Il grande illusionista sta convincendo questa generazione che uccidendo chi soffre si elimini la sofferenza.
Allora noi fissiamo Gesù nel volto di Indi e fuggiamo il demonio. Fuggiamo con le armi della luce e della Verità le sue parole di violenza inaudita, parole agghiaccianti che giustificano il perché fosse necessario l'assassinio di Indi, anche per non sottrarre le poche risorse da destinare a chi, a differenza della sua “anormale”, ha ancora speranza per una vita “normale”. Parole che sgomentano nel loro rovesciare la realtà: elevano agli onori l'orrore dell'egoismo utilitaristico e la tronfia superbia del farsi dio, e cancellano la persona con la sua dignità, specialmente la persona che non rientra nei parametri qualitativi stabiliti dall'ideologia delle élite al potere.
Perché il demonio e il male sono animali notturni, agiscono nell'ombra sinistra della menzogna; quella che hanno tentato e tentano di raccontare per farci credere che Indi fosse incurabile, e che per questo il suo miglior interesse fosse morire al più presto; che l'eutanasia è una morte dolce; che eliminando il sofferente si cancella la sofferenza; e il sofisma perverso che ci denuncia addirittura nemici di Dio perché, difendendo la vita di Indi, saremmo dei sadici che godono nel vederla soffrire. Hanno chiamato Beelzebùl il Signore, figurati se non chiamano così anche noi…
Purtroppo tutto ciò accade perché menti e cuori di un'intera generazione sono infiltrati dall'ideologia satanica che da decenni è seminata dalla propaganda di un pensiero unico malvagio che straripa da media e social, da musica, film e fiction. Cuori e menti che scivolano nell'abisso del male senza rendersene conto, anzi, illudendosi di pensare e fare il bene. Sovvertire il bene con il male e viceversa, illudendo l'uomo che sia lui a decidere, liberamente, quale scegliere, è la firma inconfondibile del serpente antico, del seduttore di tutta la terra, il diavolo e satana, che, nemico di Dio, da sempre fa guerra all'uomo creato a sua immagine e somiglianza.
Come il Cardinal Pell anche Indi con la sua famiglia ha subito uno stesso processo e uno stesso giudizio a priori. Scriveva il Cardinal nel suo diario parole che illustrano anche il Calvario sofferto dalla famiglia Gregory in tribunale: “Che funzione ha avuto questo processo? Non di accertare un fatto e una responsabilità, ma di sanzionare un modo di essere e pensare”. Il Cardinal Pell e Indi sono stati processati e condannati da molti nei palazzi del potere e nella pubblica opinione, non in ossequio alla legge e alla scienza, ma per “sanzionare un modo di essere e pensare”.
Non importa la realtà, si cambia con la neolingua, si trasforma in una virtuale “pensata” per giustificare la ghigliottina del terrore ideologico sul “modo di essere e pensare” che viene da Dio, che si oppone alla deriva antropologica che distrugge la persona, che si “alza in piedi” di fronte alla cultura di morte, e cura la persona dal concepimento alla sua fine naturale, perché sempre degna e di valore immenso.
Il martirio di Indi gronda il sangue della menzogna, incartata nella viscida e vigliacca caricatura della pietà. Ma, soprattutto, la morte di Indi segna, di nuovo, la morte della menzogna, smentendo, per l'ennesima volta, il suo padre astuto ma fallito da quel pomeriggio di duemila anni fa, sul Golgota.
Dio infatti ha scelto ciò che nel mondo è nulla per ridurre a nulla le cose che sono. Perché anche se tenteranno di legalizzare ovunque l'eutanasia, la transizione di genere, l'utero in affitto e ogni abominio contro la persona e la vita; anche se vorranno eliminare ogni scarto inutile, tutto questo orrore imploderà nel nulla e nella menzogna che fonda la società post e trans-umana che satana vuole edificare. Perché è solo la Croce infatti che illumina la storia, anche quella che ha inghiottito gli innocenti come Indi.
La Chiesa è chiamata a mostrare Cristo per annunciarlo e testimoniarlo vivo oltre la Croce dell'ingiustizia, e per questo capace di rendere giustizia con l'amore, e dare così senso ad ogni dolore, anche a quello più assurdo. Al dolore e alla sofferenza degli innocenti. Da quel giorno sul Golgota ogni dolore è divenuto il dolore della stessa carne di Cristo, ogni tomba la sua tomba. E in ciascuna ha deposto, come un seme di vita eterna, il suo corpo benedetto.
Quel corpo oggi è la Chiesa, i suoi missionari e i suoi cristiani che hanno lavato le vesti nel sangue dell'Agnello, i piccoli innocenti come Indi che Dio depone nella trama dei giorni, come un seme di speranza, tra le viscere di dolore di ogni uomo: “Voi bambini imitate Gesù. Siete dei bambini Gesù. Senza accorgervene, senza saperlo, senza volerlo” (Charles Péguy). (Riproduzione riservata)
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