FOCUS Il nuovo regolamento UE strumento per tutelare «i bambini, le società e le democrazie»? Concede ai giganti del web la possibilità di censurare qualsiasi contenuto "scomodo"
Il problema esposto nella prima parte dell'articolo è certo rilevante (penso soprattutto a tematiche che hanno una ricaduta sugli orientamenti elettorali). Non mi pare, però, pertinente il richiamo alla deontologia giornalistica, riferito ai social. Per quel che osservo da erratico frequentatore di Facebook, infatti, gran parte dei post per i quali si pone un problema di "verità" dei contenuti, non sono redatti da giornalisti.
Buttò lì 2 idee: potrebbe essere imposto alle piattaforme l'obbligo di segnalare quando post apparentemente "professionali" in realtà non sono redatti da giornalisti, o lo sono da parte di giornalisti non soggetti a efficaci obblighi deontologici?
Potrebbero essere coinvolti gli ordini in una sorta di procedura di accertamento della veridicità di un post, in caso di suo oscuramento o rimozione da parte della.piattaforma?
Il problema esposto nella prima parte dell'articolo è certo rilevante (penso soprattutto a tematiche che hanno una ricaduta sugli orientamenti elettorali). Non mi pare, però, pertinente il richiamo alla deontologia giornalistica, riferito ai social. Per quel che osservo da erratico frequentatore di Facebook, infatti, gran parte dei post per i quali si pone un problema di "verità" dei contenuti, non sono redatti da giornalisti.
Buttò lì 2 idee: potrebbe essere imposto alle piattaforme l'obbligo di segnalare quando post apparentemente "professionali" in realtà non sono redatti da giornalisti, o lo sono da parte di giornalisti non soggetti a efficaci obblighi deontologici?
Potrebbero essere coinvolti gli ordini in una sorta di procedura di accertamento della veridicità di un post, in caso di suo oscuramento o rimozione da parte della.piattaforma?
Cordialmente, Nicola
Grazie per questo commento, tanto ricco di spunti da meritare risposta a parte. Online a breve.