Europa, al voto il “diritto” all’aborto
Il parlamento europeo valuta la “Risoluzione sull’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” (2024/2655 RSP). Che passi o no, è già una sconfitta
Oggi, giovedì 11 aprile 2024, il parlamento europeo è chiamato a votare la “Risoluzione sull’inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea” (2024/2655 RSP). Il testo è promosso dai liberali-macroniani di Renew (il 4 marzo 2024 la Francia ha inserito l’aborto tra i diritti garantiti dalla propria costituzione), con il sostegno di Socialisti e Democratici, Verdi e Sinistra.
Perché l’aborto venga inserito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue è necessaria l’approvazione unanime dei 27 Stati membri, un’eventualità che Giovanni Maria Del Re su Avvenire definisce altamente improbabile: «Non c’è alcuna possibilità che davvero possa realizzarsi la richiesta del centro-sinistra del Parlamento Europeo per l’inserimento del “diritto all’aborto” nella Carta dei diritti fondamentali Ue». L’articolo dell’inviato a Bruxelles del quotidiano della Cei si intitola: «Il “diritto all’aborto” nella Carta Ue? Perché la risoluzione è inutile».
Il problema però non è l’approvazione o no della risoluzione, bensì la sua stessa votazione. Se il parlamento europeo accetta di votare un testo che vuole rendere “diritto fondamentale dell’Unione europea” l’eliminazione delle vite giudicate non degne di essere vissute, significa che della finestra di Overton non sono rimasti neanche gli infissi. Salvo poche voci, isolate e lontane dalla politica, la votazione odierna non scuote l’opinione pubblica italiana. Martina Pastorelli, giornalista, commenta: «È molto semplice: se l’UE metterà il “diritto all’aborto” nella Carta dei diritti fondamentali, creerà il presupposto affinché - in occasione di prossime pandemie - si possano sacrificare vite per “salvarne” altre». Don Antonello Iapicca, sacerdote e missionario, aggiunge: «Giovedì 11 aprile sapremo se in Europa l'omicidio più efferato sarà considerato un diritto. Sapremo se le élite senza scrupoli consegneranno completamente l'Europa al demonio, aprendo le porte a guerre sanguinose. Se l'aborto diviene un diritto ogni crimine sarà possibile e legale».
Il 9 aprile 2024 i vescovi della presidenza della Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea, hanno rilasciato una dichiarazione nella quale si legge: «L’aborto non potrà mai essere un diritto fondamentale. Il diritto alla vita è il pilastro fondamentale di tutti gli altri diritti umani, in particolare il diritto alla vita delle persone più vulnerabili, fragili e indifese, come il bambino non ancora nato nel grembo della madre, il migrante, l’anziano, la persona con disabilità e i malati». (Riproduzione riservata)
Per approfondire