Farmaci anti covid, Corte UE: “Non ci fu trasparenza”
FLASH La sentenza accoglie in parte la citazione presentata da alcuni eurodeputati, che denunciavano l'assenza di informazioni sugli accordi tra Commissione e case farmaceutiche
La Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen non ha concesso all'opinione pubblica «un accesso sufficientemente ampio» ai contratti sui farmaci sperimentali anti Covid. Lo scrive oggi in una sentenza la Corte di giustizia dell'Unione europea, chiamata in causa da alcuni eurodeputati che avevano chiesto informazioni sugli accordi firmati tra Commissione e case farmaceutiche nel 2021. La Commissione europea si era rifiutata di fornire tutte le informazioni richieste, affermando che queste avrebbero potuto danneggiare i produttori dei farmaci sperimentali anti covid, ma nella sentenza si legge che «la Commissione non ha dimostrato che un accesso più ampio a tali clausole avrebbe effettivamente minato gli interessi commerciali di tali imprese».
Già nel 2021 aveva colpito l'impegno della Commissione a tutelare gli interessi commerciali delle case farmaceutiche, piuttosto che il diritto alla salute e alla trasparenza dei cittadini europei, ma la sentenza odierna conferma che gli interessi commerciali sono stati utilizzati come semplice scusa, per di più inadeguata, per censurare ogni domanda sui farmaci sperimentali anti covid e sulla campagna d'inoculazione di massa.
Che cosa si è voluto nascondere all'opinione pubblica riguardo i contratti di acquisto dei nuovi farmaci? Che cosa sapeva la Commissione riguardo sicurezza ed efficacia dei farmaci? Sulla base di quali dati si è deciso di imporre il green pass? Che cosa c'era scritto negli sms che Ursula von der Leyen e Albert Bourla si sono scambiati pochi giorni prima della firma dei contratti di acquisto? Quali dati sono stati messi a disposizione di Ema per verificare che i farmaci sperimentali anti covid fossero sicuri ed efficaci per tutti i cittadini (anziani, fragili, bambini, donne incinte, etc)? Perché nessun partito si è opposto alla firma al buio di questi contratti tanti onerosi e vincolanti? La sentenza non fa altro che confermare i gravi problemi etici alla base della cosiddetta “campagna vaccinale anti covid”. (Riproduzione riservata)