L’inganno svelato
Da mesi si assiste increduli al silenzio-assenso sui problemi etici e medici dei nuovi vaccini anti covid. La cronaca è coperta dai comunicati stampa, il dibattito è vietato: lo conferma Vatican News
A dicembre 2020, con le cronache entusiaste che descrivevano l’arrivo del furgoncino Pfizer come l’arrivo della salvezza eterna, è morto il dibattito pubblico. Quando la pura cronaca giornalistica è stata soppiantata da comunicati stampa ciclostilati in proprio, tutti identici e riproposti a ogni ora, su ogni canale televisivo e su ogni giornale, è scomparsa per l’opinione pubblica la possibilità di pensare.
Quando tutti i politici, tutti gli esperti, tutti gli influencer, tutti i giornalisti, tutti i medici, tutte le istituzioni ripetono lo stesso mantra, come possono le domande e i dubbi di un semplice cittadino trovare spazio e risposta? A questo fenomeno, che potrebbe anche essere affascinante da osservare e analizzare se non fosse inquietante, si è aggiunto un silenzio-assenso realmente inedito: quello della Chiesa.
Poche sono le certezze nella società liquida nel 2000, una però sembrava fondata sulla roccia: il “no” della Chiesa all’aborto e a qualsiasi sperimentazione sugli embrioni. Il sì (in realtà non proprio “sì” ma ormai l’idea che è passata è questa) della Congregazione per la dottrina della fede a vaccini che hanno utilizzato linee cellulari da feti abortiti per sperimentazione (Pfizer e Moderna) e per produzione (AstraZeneca e Johnson&Johnson) ha disciolto anche quest’ultima sicurezza.
Così è calato il silenzio sui problemi etici dei vaccini: chi in Italia ha sentito parlare del dibattito scatenato dai vescovi americani contro il vaccino Johnson&Johnson? Chi ha letto gli appelli all’obiezione di coscienza di alcuni vescovi? Chi è stato invitato a fare pressione affinché le case farmaceutiche spostino la produzione verso vaccini etici? Chi è stato spinto a riflettere sui problemi etici dell’imposizione di un obbligo mascherato a giovani per i quali il calcolo rischi/benefici è completamente diverso rispetto ad anziani con patologie pregresse? Dalla censura dei problemi etici dei vaccini alla censura dei problemi medici il passo non poteva che essere breve. Brevissimo.
Il fenomeno duplice della cronaca sporcata dalla propaganda e della censura ha raggiunto però la sua vetta più alta il 5 agosto 2021 sulle pagine virtuali di Vatican News, con un’intervista a cura di Amedeo Lomonaco. L’intervistato è Aldo Bova, presidente del Forum delle associazioni sociosanitarie, che da subito spiega: «Per quanto riguarda il Green Pass, a mio parere, è molto utile. Indubbiamente, non si possono costringere le persone, a meno che non ci sia una legge, a vaccinarsi. Però le persone che non si vaccinano, e allo stato attuale hanno il diritto di farlo, non devono stare nella condizione di danneggiare gli altri. Il Green Pass è una salvezza perché non solo tutela coloro che sono stati già vaccinati, ma dà anche la possibilità di continuare la vita sociale normale». L’articolo ha come foto di apertura una vaccinazione contro il covid, casualmente il vaccinato è un ragazzo molto giovane.
Le domande del collega contengono già l’indirizzo della risposta, come nel passaggio «La maggior parte della popolazione, non solo italiana, ha compreso la necessità dei vaccini e anche l'importanza del Green Pass», ma una risposta in particolare di Aldo Bova svela l’altro grande mistero della campagna vaccinale di massa: il silenzio delle realtà cattoliche. Il silenzio, fino ad oggi inspiegabile, del Movimento per la Vita ad esempio, e di tutte quelle associazioni che da sempre si battono pubblicamente (e raccolgono fondi) per la difesa dei bambini non nati, per lo sviluppo armonico degli adolescenti e per la cura dei malati e degli anziani. Per la tutela dunque dei soggetti più fragili.
Ecco lo strappo nel cielo di carta: «Fanno parte del Forum 11 associazioni tra cui Medici cattolici, Farmacisti cattolici, Movimento per la vita, Movimento cristiano lavoratori, Unitalsi e altre realtà. Ho pregato tutti gli amici presidenti di far diffondere, attraverso le loro associazioni, i valori di solidarietà e, nell’ambito della solidarietà, di far capire l'indispensabilità e l’utilità della vaccinazione e del Green Pass. Anche le associazioni del mondo cristiano e del mondo sociale, che hanno nelle loro finalità il bene comune, credo che abbiano il dovere di relazionarsi con le famiglie, con gli amici. E di far passare questo valore dell’importanza della vaccinazione e del Green Pass che significa rispetto reciproco».
L’intervista si conclude qui, ma deficita della domanda più urgente: quale bene comune? Quale bene comune può giungere da case farmaceutiche che promuovono l’utilizzo di linee cellulari da feti abortiti? Ma le domande potrebbero continuare a lungo: quale bene comune da chi, solo pochi giorni fa, ha aumentato ancora una volta il costo dei vaccini dopo aver raggiunto fatturati record (solo Pfizer prevede di superare nel 2021 gli 80 miliardi di euro)? Quale bene comune da un’imposizione forzata di vaccini nuovi, che utilizzano una tecnologia mai approvata per l’uomo? Quale bene comune dal coinvolgimento dei giovani, che nulla rischiano dal covid ma che vengono esposti a possibili effetti avversi conosciuti e terribili a breve termine, sconosciuti a medio e lungo termine? Quale bene comune dal calpestare secoli di scienza, dal cancellare le richieste del metodo sperimentale, dallo spegnere la possibilità di pensiero critico nella popolazione? Quale bene comune dal ripetere slogan non supportati da dati scientifici certi?
Amedeo Lomonaco, siamo colleghi quindi mi rivolgo direttamente a te: perché non possiamo più fare queste domande? (Riproduzione riservata)
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