A Natale cadono tutte le mascherine
EDITORIALE Gli esperti invitano a ricevere la quarta dose e a trascorrere la festa indossando la mascherina per tutelare i nonni e i fragili. Ma la vera emergenza è la disumanizzazione
«Non è finita, a Natale attenti ai nonni e ai fragili», «Contagi in calo ma preoccupa il Natale dei fragili», «Verso le feste di Natale con 72% di fragili senza quarta dose». Un famoso jingle pubblicitario dice: «A Natale puoi fare quello che non puoi fare mai». Ed è vero. Natale è una festa magica, perché oltre a illuminare le città illumina i cuori. E i titoli di giornale citati qui sopra ne sono la conferma: a Natale anche la società individualista e narcisista del 2022 mette da parte l’ego e volge lo sguardo verso il prossimo. È il primo miracolo di Natale: le persone fragili tornano al centro del dibattito pubblico. Ma chi sono questi ormai famosissimi “soggetti fragili”?
Sono i grandi anziani ricoverati nelle Rsa, i primi a essere isolati nel 2020, gli ultimi a essere liberati. Il Coordinamento FamiglieInRSA lancia l’allarme: «Oggi mancano due giorni a Natale. Molte Rsa non consentono la visita il 25/12/22, altre permettono 45 minuti, poche "illuminate" organizzano la giornata di festa con i familiari».
L’associazione Corvelva ricorda: «Il green pass è ancora attivo. Oggi per accompagnare un tuo parente in ospedale o per andare ad assistere un tuo caro ricoverato, devi avere due dosi di vaccino più tampone oppure tre dosi senza tampone. Oggi, se sei padre, non puoi veder nascere tuo figlio se non sei vaccinato. Oggi se un tuo caro viene ricoverato, non potrai assisterlo se non sei vaccinato. Oggi in Italia vige ancora il Green Pass». Il 20 dicembre 2022 Orazio Schillaci, Ministro della Salute, ospite di Adnkronos Live ha anticipato che l’obbligo di mascherina in ospedali, strutture sanitarie e Rsa sarà prorogato fino alla primavera 2023.
I grandi anziani sono isolati dal 2020, hanno ricevuto quattro se non cinque dosi dei farmaci sperimentali anti covid perché così sarebbero stati protetti e liberi di rivedere i loro cari. Non è dato sapere quanto sia stato libero e informato il loro consenso. E dopo tutto questo ancora non possono ricevere visite dai parenti privi di certificato verde. I parenti dotati di green pass possono entrare ma spesso hanno diritto solo a un’ora, con la mascherina. I volti coperti, i sorrisi nascosti, le voci filtrate. Neanche il riconoscimento dei propri cari rompe ormai la quotidianità di un anziano ricoverato.
Ma “soggetti fragili” sono anche i giovani con disabilità. Quei giovani che la società attenta ai diritti e alla solidarietà dimentica durante tutto l’anno. Avete presente il compagno di classe con disabilità? Meglio non invitarlo alla festa di compleanno, è un po’ imbarazzante. Meglio non scrivergli un messaggino ogni tanto, chissà cosa risponde. Meglio non fargli il regalo a Natale, sennò magari si affeziona.
Il primo, vero miracolo di Natale è quello di illuminare le tante menzogne raccontate con la complicità di una stampa mainstream che ha abdicato al proprio compito di cane da guardia della democrazia. Questa è la società dei diritti, sì, ma dei diritti delle persone produttive. Non tutte le vite hanno lo stesso valore. E l’accettazione di un lasciapassare che certifica l’adesione alla narrazione dominante, ponendola come discrimine per poter accedere alla vita sociale e lavorativa, è stato l’ultimo tassello in ordine di tempo nella costruzione di una società fatta di pedine. Non più persone, ma individui.
Tra le notizie raccontate in questo 2022 sulle pagine di Notturno c’è la battaglia di Heidi Crowter: questa giovane ha trascinato in tribunale nientemeno che il governo britannico, perché la legge consente l’aborto fino alla nascita in caso di disabilità del feto. È una legge dello Stato, una legge vigente oggi, nella società dei diritti e della solidarietà, eppure ammette l’aborto eugenetico. Secondo Heidi tutto questo è inaccettabile, discriminatorio, disumano, così combatte senza sosta per la vita.
E allora l’editoriale di Natale di quest’anno è dedicato a Heidi, a suo marito James, a sua mamma Liz. È dedicato a Viviane Lambert, sopravvissuta per tre anni a un duello mortale con l’eutanasia imposta dallo Stato a suo figlio Vincent. È dedicato a tutte le persone che ogni giorno difendono la vita, perché hanno capito che nessun diritto è al sicuro se la vita diventa un bene disponibile. L’analisi impietosa del presente non deve tacitare la speranza, perché più si fa opprimente la cappa scura del favor mortis, più le coscienze si risvegliano e iniziano a combattere per la vita. Inutile fingere: le sfide che attendono gli uomini e le donne del Terzo Millennio sono immani. Ed erano impensabili alle porte del 2000. Ma «It's always darkest before the dawn», cantano i Florence and the Machine. Il buio è diventato più fitto, quindi ora si tratta solo di attendere l’aurora. Insieme. A tutti gli amici di Notturno, auguri di un Santo Natale. (Riproduzione riservata)
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Dio mio quante verità! Io le ho vissute tutte con mamma in struttura. una lotta continua per far valere un minimo di umanità. L’unica in struttura non vaccinata e non si è MAI ammalata. Quasi tre anni x vederla da un vetro e sentirla tramite cell. Dal 18 gennaio 2022, nonostante lasciapassare da guarigione, mi veniva richiesto anche il tampone subendo questo ricatto fino alla dichiarazione (che sapevo dall’inizio) in commissione europea. Da quel momento mi sono rifiutata di dimostrare il mio stato di salute, ho chiamato in struttura dicendo che avrei visto mia mamma senza nessuna restrizione e ricatto …. Così è stato. La mamma ha spento la luce il 29 ottobre, il 27 cantavamo insieme, nel parco, io non sono mai voluta entrare … Romagna mia, il 29 mi hanno chiamato e dopo 3 anni sono stata in camera con lei per accompagnarla nella nuova vita. Anni di crudeltà assoluta che non dimenticherò e non perdonerò
Sereno Natale anche a te. Ti voglio bene