Una Pontificia Accademia per la vita timida
EDITORIALE Monsignor Pegoraro nuovo presidente scelto da papa Leone XIV. Di fronte ai problemi etici della campagna “vaccinale” anti covid parlò di: «Responsabilità morale a vaccinarsi»
«Aver realizzato dei vaccini contro questa pandemia (ormai sono numerosi quelli in fase avanzata di sviluppo) rappresenta un risultato sorprendente della scienza, avendo ottenuto in tempi rapidi un farmaco fondamentale per debellare l’infezione. L’impegno su scala mondiale di tanti scienziati e di istituzioni pubbliche e private, la disponibilità di conoscenze scientifiche già maturate in ambito virologico e oncologico, i rilevanti finanziamenti e la riduzione di certi passaggi burocratici, hanno permesso di avere in pochi mesi vaccini sperimentati, sicuri e approvati dalle autorità competenti, viste, inoltre, le attuali condizioni di emergenza. Vaccinando ora un grande numero di persone si potrà offrire una reale protezione e studiare in seguito la durata dell’immunità, per definire più precisamente i protocolli futuri». Così scriveva il 15 gennaio 2021, dalle pagine di Avvenire, monsignor Renzo Pegoraro, al tempo Cancelliere della Pontificia Accademia per la vita. Il 27 maggio 2025 papa Leone XIV ha nominato monsignor Pegoraro presidente della Pontificia Accademia per la vita.

Il contributo pubblicato sul quotidiano dei vescovi nel gennaio 2021 potrebbe non rappresentare più il pensiero attuale del vescovo, ma al momento non è possibile trovare alcuna smentita né rettifica. Fermo restando che è necessario contestualizzare, ovvero inserire il contributo di monsignor Pegoraro in un momento storico nel quale la comunicazione istituzionale era improntata all'emergenza (e alla paura), il testo sorprende per la sua totale orizzontalità. Sono completamenti assenti i fondamenti della vita cristiana (e umana): il senso della vita, l'accettazione del limite, la morte come passaggio a una vita nuova, la sofferenza come offerta, la Provvidenza. Tutta questa ricchezza è sostituita da una generica «responsabilità di praticare una reale solidarietà», che se slegata dai principi non-negoziabili diviene responsabilità di obbedire agli ordini del potere. Se al centro delle scelte politiche e personali non vi è la ricerca del Vero e del Bene, infatti, si precipita nell'adesione o meno alla narrazione imposta dall'alto. Se il vero e il bene vengono decisi da chi comanda il mondo, i comportamenti virtuosi e solidali dei cittadini vengono valutati in base all'osservanza alla narrazione istituzionale.
Nel 2021 è avvenuto proprio questo: persone sane e impegnate nella difesa della libertà di coscienza (propria e altrui) sono state emarginate come pericolosi untori, come egoisti, come individualisti. Nel tempo dell'egocentrismo e del narcisismo più estremo, nella società che permette tutto, persino l'acquisto di un bambino e la soppressione di un anziano, la maggioranza si è riscoperta improvvisamente capace di «praticare una reale solidarietà». Che poi questa solidarietà consistesse in perenni standing ovation a Mario Draghi e nella firma di contratti secretati con la casa farmaceutica più multata della Storia poco importa. Scriveva ancora monsignor Pegoraro: «A livello personale, e anche come credenti singoli e comunità cristiane, si può riconoscere una responsabilità morale a vaccinarsi per tutelare la propria salute e quella degli altri, specialmente di quelli impossibilitati a farlo a causa della presenza di altre patologie, in vista di raggiungere una sufficiente “immunità di gregge” a tutela di tutti i soggetti. Va anche ricordato che l’ammalarsi di Covid-19 determina un aumento di ricoveri in ospedale con conseguente sovraccarico per i sistemi sanitari, fino a un possibile collasso, ostacolando l’accesso alle strutture sanitarie di altri malati, spesso altrettanto o più gravi. Vi è la responsabilità di praticare una reale solidarietà, alla luce di quel “noi” su cui insiste fortemente papa Francesco, perché con la vaccinazione ci salviamo insieme».
Tralasciando i problemi etici di questi farmaci sperimentali, tralasciando che non sono mai stati in grado di fermare il contagio (prima di scrivere il pezzo per Avvenire non c'è stato tempo di leggere i foglietti informativi), tralasciando i problemi medici, di quale salvezza si parla? Perché la salvezza dalle malattie la promette già Pfizer da decenni, con i risultati noti, ma è questa la salvezza proposta dalla Chiesa? La Chiesa è stata edificata da Cristo affinché spiegasse agli uomini che non bisogna sovraccaricare il sistema sanitario (sistema indebolito dalla politica e viziato da un favor mortis crescente)? È bello parlare del “noi”, ma solo se “noi” siamo fratelli, figli di un unico Padre, chiamati alla salvezza eterna, allora siamo chiamati a sfidare le logiche del mondo. Così più che fratelli pare di essere soci di una cooperativa impegnata a promuovere una generica solidarietà, nel 2021 “inclusività” era meno utilizzata. Solidarietà più o meno intensa, in base ai fondi disponibili. Ma è questa la missione della Chiesa sulla Terra? È così che i cristiani sono chiamati a essere sale della Terra e luce del mondo?
Continuava monsignor Pegoraro: «La pur doverosa e costante denuncia dell’aborto non può giustificare la pretesa di dare “una testimonianza profetica”, come detto da qualcuno, rifiutando il vaccino. La cura per sé e per gli altri è un impegno morale, e come ha detto papa Francesco “oggi si deve prendere il vaccino”». Chi ha rifiutato i farmaci sperimentali anti covid per i loro problemi etici, prima ancora che per i (non trascurabili) problemi medici, non ha voluto dare alcuna testimonianza profetica (in ottica cristiana, cosa ci sarebbe di male?). Chi ha difeso la libertà di coscienza lo ha fatto perché ha avvertito una discrepanza profonda tra la narrazione della solidarietà universale e l'orrore delle linee cellulari da feti abortiti. Ha visto lo iato tra una politica che a un comizio parla di salvare tutti e al comizio successivo promuove leggi su suicidio assistito ed eutanasia.
Non si tratta di fare gli eroi né i martiri (in ottica cristiana, cosa ci sarebbe di male?), si tratta di fare discernimento. Di riconoscere le menzogne dietro gli slogan del potere. Di capire che il conflitto orizzontale fra “solidali” e “non solidali” serve solo a nascondere interessi economici e ideologici. Dalla Pontificia Accademia per la vita, chiamata a custodire e promuovere l'inviolabilità della vita umana, è lecito aspettarsi molto di più. (Riproduzione riservata)
Per restare sintonizzato su “Notturno” clicca su “Iscriviti”. “Notturno” vive grazie ai lettori: se ti abboni sostieni il lavoro giornalistico della newsletter e ottieni l’accesso completo all’archivio. Riceverai inoltre, ogni settimana, un contenuto riservato agli abbonati. Puoi cancellare la tua iscrizione in qualsiasi momento cliccando su “Unsubscribe”.