Europa: no giornalisti, sì debunker
IL COMMENTO La nuova normativa UE potrebbe essere usata per comprimere la libertà di stampa, come avvenuto durante la pandemia. Le notizie “pericolose” sono pericolose per il potere, non per i lettori
«Il problema esposto nella prima parte dell'articolo è certo rilevante (penso soprattutto a tematiche che hanno una ricaduta sugli orientamenti elettorali). Non mi pare, però, pertinente il richiamo alla deontologia giornalistica, riferito ai social. Per quel che osservo da erratico frequentatore di Facebook, infatti, gran parte dei post per i quali si pone un problema di "verità" dei contenuti, non sono redatti da giornalisti. Buttò lì 2 idee: potrebbe essere imposto alle piattaforme l'obbligo di segnalare quando post apparentemente "professionali" in realtà non sono redatti da giornalisti, o lo sono da parte di giornalisti non soggetti a efficaci obblighi deontologici? Potrebbero essere coinvolti gli ordini in una sorta di procedura di accertamento della veridicità di un post, in caso di suo oscuramento o rimozione da parte della piattaforma? Cordialmente, Nicola». Questo commento all’articolo “DSA, preoccupazione per la libertà di stampa”, pubblicato sulla newsletter sabato 26 agosto 2023, apre nuovi scenari e merita un approfondimento.
L’insistenza sulla deontologia giornalistica dell’articolo sulla nuova normativa UE nasce dalla forte preoccupazione per la libertà di stampa: durante la pandemia, infatti, informazioni false e notizie scomode sono state equiparate dai debunker, che hanno delegittimato e limitato la visibilità di ogni contenuto estraneo alla narrazione dominante. Esistono pericoli per la libertà di espressione? Sì. In questo momento però ci soffermiamo sui pericoli per la libertà di stampa, per la poca libertà di stampa rimasta.
L’idea di imporre alle piattaforme l’obbligo di segnalare chiaramente la professione di chi scrive non mi trova pienamente d’accordo: già oggi ogni profilo ha una biografia ben visibile, compilata direttamente dall’autore, e spetta al lettore fare questa prima verifica. Spetta al lettore, quando legge un contenuto rilevante, porsi alcune domande: chi lo ha scritto? Che lavoro fa? È un giornalista? Scrive per lavoro? Per chi scrive? Perché scrive? Questo vale per i post, per i tweet ma anche per gli articoli, in modo particolare quando circolano su blog che aggregano notizie tramite il sempreverde copia e incolla (illecito): chi è il responsabile di questo blog? È un giornalista? Ha scritto lui questo articolo? Se no, da dove lo ha preso? Ha l’autorizzazione dell’autore per ripubblicarlo? È un blog con pubblicità/donazioni? Chi paga la gestione del blog? Imporre ai giganti del web queste etichette apre a nuovi possibili abusi e deresponsabilizza i lettori.
Concordo invece con l’idea di coinvolgere l’Ordine dei Giornalisti nella procedura di accertamento della veridicità di un post. È nella deontologia giornalistica che sono presenti tutti i criteri per stabilire quali informazioni sono bufale e quali notizie, ma anche quali informazioni sono state manipolate, sono parziali, sono propaganda. Sono criteri che fanno parte del lavoro quotidiano dei giornalisti, ma allo stesso tempo sono trasparenti e accessibili a tutti. Lo stesso non si può dire per l’attività dei debunker.
Con tutti i limiti dimostrati dalla stampa mainstream in tempo di emergenza, limiti che su Notturno sono stati analizzati e criticati più volte (la libertà di stampa deve essere difesa e promossa anche dai giornalisti, ciò non è avvenuto), preoccupa l’idea che l’articolo scomodo di un giornalista del quale conosciamo nome e carriera possa essere censurato da misteriosi debunker sulla base di oscuri criteri “per la sicurezza dei lettori”. Non esistono notizie pericolose, esistono informazioni false e notizie. Le notizie possono essere scomode, ma in quel caso sono pericolose per il potere, non per i lettori.
Grazie, Nicola, per il tuo commento ricco di spunti di riflessione. E grazie, a te e a tutti i lettori di Notturno, per il supporto alla newsletter: senza editore e senza pubblicità, Notturno ha potuto pubblicare in questi primi due anni di vita notizie e analisi che non hanno trovato spazio sulla stampa mainstream. (Riproduzione riservata)
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Grazie Giacomo x il lavoro che fai. Il potere ha paura della diffusione della verità, ma l'informazione, quella vera non troverà mai barriere, prima o poi uscirà sempre.