Eutanasia: qual è l'obiettivo finale?
Per scardinare l'indisponibilità della vita umana occorre una propaganda costante, che parli di compassione e autodeterminazione. Ma alla fine vince sempre il più forte. I fatti dietro la narrazione
«Se magari mi dà qualche indicazione, perché io di movimenti per l'eutanasia obbligatoria di vecchi e anziani non ne ho trovato traccia, né di casi di cronaca che vanno in quella direzione». Il commento di un utente (anonimo) su X (già Twitter) potrebbe sembrare l'ennesima provocazione, e forse lo è, eppure merita risposta. Esiste infatti una parte di opinione pubblica che in sincera buona fede sposa questa narrazione, ma si tratta appunto di una narrazione. In sintesi: il Potere, che non abita solo nei vecchi palazzi della politica, mira (da sempre) a ottenere il controllo assoluto sui cittadini. La Storia lo insegna: i regimi dittatoriali non sono nati come funghi dopo una pioggia autunnale, hanno invece preparato il terreno per lungo tempo, restringendo progressivamente le libertà delle persone di modo da non far scattare gli allarmi della democrazia. Qual è il dominio ultimo sui cittadini? La vita. Per questo tutti i regimi, non si trova eccezione nei libri di storia, hanno sempre mirato a scardinare il principio dell'inviolabilità della vita umana. Se la vita è un bene disponibile, ecco che diventa automaticamente a disposizione del più forte. Il sogno del Potere è poter decidere persino quali vite sono degne di essere vissute e quali no. Le vite degli anziani, le vite dei malati, le vite dei fragili, le vite degli oppositori politici, le vite di un popolo intero. Chi finiva nei lager nazisti? Chi finiva nei gulag sovietici? Chi finiva negli ospedali dove si applicava l'Aktion T4? Chi ricorda cos'è accaduto in Armenia tra il 1915 e il 1923? E quanti sono i conflitti, anche oggi in corso, nei quali la vita di centinaia, migliaia di persone viene giudicata insignificante?
Per scardinare questo principio inviolabile, stabilito dalla legge naturale e riconosciuto da ogni Stato di diritto, il Potere ha bisogno di una propaganda continua, capace di alterare la comprensione del reale. Occorre una narrazione coinvolgente, che parli alla pancia delle persone, che stravolga il contesto, che trasformi la violazione della dignità della vita in atti d'amore, in compassione, in autodeterminazione. Grazie alla propaganda, persino l'uccisione di una persona può diventare (agli occhi di un'opinione pubblica disattenta) un atto d'amore, un gesto di grande libertà, un segno del progresso. E chi osa criticare il progresso, con il pericolo di essere definito “reazionario”?
Aziende in crisi, sanità al collasso, opere pubbliche ferme, welfare a brandelli, eppure i soldi per le guerre non mancano mai. La politica si divide su tutto, riforme importanti vengono bloccate da giochi di partito, eppure i voti per eutanasia e suicidio assistito non mancano mai. La Corte costituzionale preme perché la vita diventi un bene a disposizione, il Governo accetta e procede, i partiti scoprono inedite alleanze, la stampa applaude. Se hai problemi di deambulazione e chiedi aiuto per rimuovere le barriere architettoniche che ti impediscono di entrare in casa puoi attendere anni e devi spendere migliaia di euro. Ma se chiedi di poter accedere al suicidio assistito ti ritrovi accanto un partito (gli immancabili Radicali), la stampa e persino qualche Comitato etico che prontamente certifica l'eticità della tua eliminazione.
Non si può chiedere aiuto per nulla, tranne che per la morte. È questo il favor mortis, un'ideologia antiumana (non disumana, antiumana) che da anni incombe sul cielo del mondo, in particolare dell'Europa. Per rispondere ancora all'utente di X, purtroppo la cronaca è piena di casi di eutanasia di Stato, ovvero di eliminazione diretta di persone che non avevano alcuna intenzione di farsi uccidere. Persone che chiedevano amore, cure, accompagnamento fino alla morte naturale, e invece hanno ottenuto la privazione di ogni supporto vitale, comprese idratazione e nutrizione.
All'utente si consiglia di approfondire le storie di Terri Schindler, Eluana Englaro, Charlie Gard, Alfie Evans, Alta Fixler, Vincent Lambert, Indi Gregory. E questi sono solo i nomi più noti, quelli che hanno avuto la forza di bucare il silenzio omertoso della stampa mainstream. Interessante anche il caso di Tafida Raqeeb, che dopo una lunga battaglia per la vita ha avuto un esito diverso, riuscendo a ottenere il trasferimento all'ospedale Gaslini di Genova.
E allora da dove nasce l'opposizione alla narrazione di eutanasia e suicidio assistito come atti di autodeterminazione? Dal dovere deontologico di scindere tra fatti e opinioni, dal dovere umano di tutelare i più fragili, dal dovere sociale di custodire i diritti fondamentali propri e degli altri cittadini. Se si accetta che la vita di Vincent Lambert vale meno, dunque può essere eliminata dallo Stato su decisione di medici e giudici (peraltro contro il parere dei genitori di Vincent), cosa vieta allo Stato di fare pressione affinché altre persone nelle stesse condizioni di Vincent Lambert richiedano spontaneamente l'accesso al suicidio assistito o all'eutanasia? Con la scusa del risparmio dei costi, con la promessa di porre fine alla sofferenza (presentata come vuota e senza speranza), con la menzogna dell'atto d'amore?
Il favor mortis non è mosso solo da interessi economici, purtroppo, bensì dalla piena volontà di dominare la nascita e la morte delle persone. Gli ospedali inglesi hanno speso centinaia di migliaia di dollari pur di sopprimere le vite di Charlie Gard, Alfie Evans, Alta Fixler, Indi Gregory e chissà quanti altri. Non solo non hanno più offerto le cure minime a questi piccoli pazienti, ma hanno anche vietato ai genitori di portare i propri figli in altre strutture che erano pronte ad accoglierli. Non hanno neanche permesso che questi giovanissimi pazienti venissero portati a casa, per trascorrere le ultime ore (sarebbero state davvero solo ore?) di vita nelle loro camerette, circondati dall'amore dei loro cari.
Nel 2025 le storie di queste vittime di eutanasia di Stato, così come i dati in costante crescita dei casi di eutanasia in Canada, Belgio e Olanda, sono disponibili online. Le notizie vanno cercate, certo, occorre andare oltre i link consigliati da Google News, occorre leggere di più e da più fonti, confrontando le informazioni e le linee editoriali. Ma esiste democrazia senza opinione pubblica informata? (Riproduzione riservata)
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