La Provincia Pavese in vendita
L’annuncio di Gedi per il quotidiano di Pavia, in edicola da 154 anni. Spunta un misterioso imprenditore. Il cdr: «A rischio il giornale e, soprattutto, il diritto dei cittadini di essere informati»
Desidero esprimere la mia vicinanza ai colleghi della Provincia Pavese, quotidiano nelle edicole di Pavia e provincia dal 1870. «La Provincia Pavese è in vendita. Un imprenditore (una società con interessi in provincia di Pavia, ci dice Gedi, il nostro attuale editore) la vuole comprare, ma non vuole che si conosca la sua identità. Non si tratta di imprenditori agricoli locali, come si vociferava in città da tempo – scrive il 13 febbraio 2024 il comitato di redazione –. Ieri, su richiesta dei giornalisti, Gedi ha dato una succinta informativa al comitato di redazione. Noi, dipendenti della testata, abbiamo subito manifestato la nostra preoccupazione e, dopo un’assemblea di redazione, abbiamo deciso un primo giorno di sciopero».
Proprio alla Provincia Pavese sono entrato nel vortice meraviglioso e terribile della gavetta giornalistica, sono stati anni (nel bene e nel male) indimenticabili. La corsa continua per le strade della città a caccia di notizie, il confronto con le proprie fonti, il dialogo reale con i lettori, lo scontro quasi quotidiano con il proprio caposervizio: non esiste miglior scuola della gavetta in redazione per diventare giornalisti. Potrai non condividere la linea editoriale del giornale a volte, potrai discutere con i tuoi superiori e colleghi sulla scelta delle storie da mettere in pagina, potrai sperimentare la durezza di una gavetta che prosciuga ogni energia, ma in redazione impari cosa è una notizia e cosa non lo è. Lì impari come funzionano le veline, cosa sono le informazioni manipolate, quali sono le pressioni che il potere fa sulla stampa. Lì impari cosa significa cercare la verità e cosa succede quando scrivi la verità. Lì capisci che un buon giornalismo può essere vera linfa per la democrazia e, viceversa, un cattivo giornalismo può avvelenare le falde fino a far seccare ogni traccia di libertà.
Scrive ancora il cdr della Provincia Pavese: «Meno di cinque anni fa la Exor di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann ha acquistato il pacchetto di controllo del gruppo Gedi, che comprendeva diverse radio, periodici e diciotto quotidiani. A partire da Repubblica, la Stampa e i giornali locali dell’ex Gruppo Espresso, tra questi la Provincia Pavese. Appena due anni dopo questa acquisizione, la proprietà, apparentemente contro ogni logica, ha cominciato a vendere alcune testate locali e ha spiegato ai comitati di redazione di essere disponibile ad ascoltare proposte di acquisto per gli altri suoi giornali. Gli Agnelli-Elkann non hanno mai spiegato perché hanno comprato il più grande gruppo editoriale italiano, per poi rivenderlo a pezzi. Attorno al 2021 sono partite le dismissioni. Hanno iniziato dal Tirreno di Livorno e, pochi mesi fa, si è quasi chiuso il cerchio con la Gazzetta di Mantova. Attualmente il perimetro del gruppo Gedi comprende soltanto la Repubblica, la Stampa, il Secolo XIX, la Provincia Pavese e la Sentinella del Canavese».
Come tutti i giornali tradizionali, anche la Provincia Pavese attraversa una crisi che richiede, che impone ormai un profondo rinnovamento troppo a lungo posticipato. Su Notturno più volte abbiamo approfondito il tema: urge ricostruire il patto di fiducia giornalista-lettore, un patto che rende più libero sia il cronista sia il cittadino. Oggi, guardando le finestre illuminate in viale Canton Ticino, ricordo i rumori della redazione e il dibattito in città che tante volte è stato animato dalle “nostre” notizie. Un dibattito che continuava dal vivo, in presenza, incontrando i lettori al bar, al supermercato e agli eventi cittadini. La città ha bisogno di sapere, parlare, discutere. Da giornalista, trovo preoccupante il modus operandi di Gedi e ancora di più il silenzio che circonda queste operazioni. Sono vicino ai colleghi della Provincia. (Riproduzione riservata)
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