La morte del Papa e i cristiani cattivi
I progressisti con Francesco, i conservatori contro? Per analizzare il pontificato di Bergoglio bisogna liberarne la narrazione dall'ipersemplificazione. Gli slogan sono comodi, la realtà è complessa
Il giorno dopo la morte di papa Francesco la pluralità nel dibattito pubblico è già stata silenziata. Come accaduto per altri temi, anche sul pontificato di Jorge Mario Bergoglio la narrazione dominante ammette solo due posizioni: o una adorazione acritica e totale, o una critica distruttiva e automatica. Ma la verità è più complessa della narrazione. Riconoscere papa Francesco come 266mo pontefice della Chiesa cattolica non esclude la possibilità di sottolineare la grande confusione (in primis dottrinale) che regna dopo i dodici anni del suo pontificato. L'esortazione apostolica “Amoris laetitia” e la dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede “Fiducia supplicans”, per fare solo due esempi, presentano soluzioni dottrinali a questioni morali delicate che hanno provocato reazioni contrarie da episcopati di tutto il mondo. Altrettanto discussa la “Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19” del 21 dicembre 2020, documento poi superato (con invasione di corsia senza freccia) dal pontefice argentino con un videomessaggio.
Sollevare dubbi a fronte di questi documenti non significa mancare di rispetto al vicario di Cristo in Terra. Esercitare il discernimento su dichiarazioni che paiono in contraddizione con la dottrina millenaria della Chiesa non significa essere “estremisti di destra”, come molti commentatori oggi ripetono. Ieri sera, durante lo speciale Tg1 – Porta a Porta dedicato a papa Francesco, si è parlato della cosiddetta “rivoluzione mancata”: secondo la stampa Bergoglio dichiarava cose progressiste, ma poi nei documenti ufficiali tutto rimaneva uguale a prima (non è andata sempre così ndr). Intanto sarebbe interessante comprendere cosa significhi “progressiste”, inoltre va ricordato che il pontefice è chiamato a essere custode della fede.
Il Papa non è un architetto che può demolire una chiesa antica e costruirne una nuova più ecologica e inclusiva (qualsiasi cosa voglia dire), è invece un custode che aiuta i fedeli ad accedere all'antica basilica e la protegge dai briganti. È anche un restauratore, perché per primo riconosce la bellezza degli affreschi che adornano la chiesa e se ne prende cura, liberandoli dalla polvere e difendendoli dalle infiltrazioni e dai cedimenti. Non deve trasformare le figure, non deve cambiare i colori, deve far sì che tutti possano ammirarli.
Con dolore è necessario riconoscere che si è parlato tanto di povertà della Chiesa, ma in concreto si è fatto poco in questi dodici anni. Intanto cosa significa “Chiesa povera”? Il Papa che viaggia su un'utilitaria non significa che la Chiesa è diventata povera, significa semplicemente che sarà necessario spendere più soldi per garantire la sicurezza attorno a un'auto non sicura. L'elemosiniere del Papa che riattiva il contatore a un palazzo occupato abusivamente, ma non salda i 300mila euro di bollette arretrate, significa semplicemente che il fornitore di energia elettrica spalmerà la cifra sulle bollette di chi non ha amici cardinali.
E ancora, cosa significa che papa Francesco è stato “il Papa degli ultimi”? Chi sono gli “ultimi”? I media legano questa parola solamente ai migranti, ma papa Francesco ha parlato dei bambini che vengono abortiti, ha parlato degli embrioni distrutti per la ricerca scientifica, ha parlato delle persone con disabilità emarginate e dei malati inguaribili uccisi perché giudicati un peso.
Papa Francesco ha esortato più volte i cristiani ad andare controcorrente, forse questo è stato uno dei suoi appelli più condivisi sui social, ma quando è stato il momento di staccarsi dalla narrazione dominante quanti cristiani sono andati controcorrente? Di fronte alla censura dei problemi etici e medici dei farmaci sperimentali anti covid, di fronte alla propaganda della guerra, di fronte alla blasfemia della Cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024, di fronte allo scientismo dilagante, di fronte a un'ecologia che trasforma l'uomo in nemico del Creato, di fronte a un favor mortis opprimente presentato come compassione?
È stato inviato l'elemosiniere del Papa a difendere gli occupanti abusivi di un palazzo, perché non è stato inviato un cardinale a fermare i medici che hanno privato Vincent Lambert di acqua e cibo fino a farlo morire? Perché il nunzio apostolico della Gran Bretagna non è stato mandato negli ospedali dove erano ricoverati, anzi imprigionati, Charlie Gard, Alfie Evans e Indi Gregory?
Se è positivo che la morte di un pontefice tocchi anche molti atei, desta però sconcerto che un pontefice sia pianto disperatamente da persone che cancellerebbero volentieri il cristianesimo dalla faccia della Terra. Il tempo consentirà di giudicare i frutti di quanto seminato durante il pontificato di papa Francesco, un pontificato segnato anche da numerose nomine in netto contrasto con le scelte dei suoi predecessori. Ma la narrazione “opinione pubblica buona ama papa Francesco” vs “opinione pubblica cattiva odia papa Francesco” è un insulto all'intelligenza delle persone, siano esse credenti o non credenti.
Raccontare un'istituzione millenaria come la Chiesa cattolica utilizzando le categorie della politica italiana è una mistificazione inaccettabile. La realtà è articolata e complessa, la vita della Chiesa lo è altrettanto. Non è il caso di credere alle favole che parlano di cristiani buoni e cristiani cattivi, soprattutto se gli autori sono mossi da sentimenti anticristiani. (Riproduzione riservata)
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