Buon anno, oltre la nebbia
C'è la sensazione di una “demolizione controllata delle certezze”, ma anche Mordor ha una data di scadenza. Urge dire no alla resilienza e sì alla speranza, perché: «L'uomo ha bisogno di eternità»
La nebbia che avvolge proprio in questo momento la città sussurra il resoconto di un anno non facile. Terminata l’emergenza, dichiarata per reagire alla diffusione del covid-19, le cose non sono tornate come prima. E sul tavolo è rimasto il conto più difficile da digerire: quale bene comune? Tante maschere sono cadute, prima fra tutte quella di istituzioni amorevoli e sinceramente preoccupate per il benessere dei propri cittadini. Dall’idea di uno Stato che utilizza il proprio potere per difendere i diritti fondamentali dei cittadini, si è passati all’idea di uno Stato che sospende ed elargisce a determinate condizioni i diritti ai cittadini per accrescere il proprio potere. E nessun anticorpo della democrazia, in primis stampa, scuola e mondo della cultura, si è attivato per fermare il cambio di passo.
Negli ultimi tre anni sono stati superati confini che mai erano stati messi in discussione, e tutto questo è avvenuto con l’approvazione entusiastica di un’opinione pubblica spaventata e manipolata. La paura del virus non poteva durare in eterno, almeno non su una fascia così ampia della popolazione, così si è passati al terrore per il clima impazzito, all’ansia per gli uomini che sono geneticamente violenti, all’incubo della guerra che incombe appena oltre il confine, e via dicendo. Lo schema applicato è sempre lo stesso: c’è un grandissimo pericolo, la tua sicurezza vacilla, il potere (che non abita più nei vecchi palazzi della politica) ti chiude in casa e pensa a risolvere tutto per te. Per un po’ non potrai esercitare i tuoi diritti inalienabili, ma è un sacrificio utile a consentire che il potere rimuova ogni minaccia dal tuo cammino. Lasciare che la libertà di coscienza venga calpestata è un atto d’amore, dice la voce del padrone, ed è proprio la retorica pelosa della “tutela dei fragili” la prima campana d’allarme che segnala l’inganno. Una retorica che quest’anno ha mostrato il proprio vero, diabolico volto con l’uccisione di Indi Gregory. Ed ecco che, davanti a un potere che tutto avvolge soffocando ogni residuo pensiero critico, la nebbia appare impenetrabile.
Inutile aspettarsi una reazione dura (o almeno caotica) dai giovanissimi: la generazione più abile della storia a sfruttare la tecnologia è anche la più indifesa di fronte alla propaganda. Un adolescente oggi è capace di fare bonifici dallo smartphone, montare video, viaggiare in tutto il globo prenotando ogni cosa con un clic, eppure non sembra in grado di riconoscere il marketing dietro le promesse, l’ideologia dietro gli slogan, la menzogna dietro i selfie. Vede le storie degli influencer e crede che siano reali, ascolta le loro parole e crede che siano libere. Un adolescente oggi ha visto la “docuserie true crime” Netflix su Wanna Marchi, ma corre a comprare il pandoro di Chiara Ferragni e ci crea sopra con lo zucchero a velo rosa l’occhio simbolo del marchio, convinto di essere alla moda e solidale. Ha twittato entusiasta i complimenti ad Alberto Angela per la divulgazione scientifica e corre a fermare il traffico spruzzando sull’asfalto “No gas” con una bomboletta spray, convinto di salvare il mondo dall’inquinamento.
In questa caduta del buonsenso e di ogni certezza, vera e propria demolizione controllata (dall’alto), è facile perdere la speranza. Ma la nebbia non è eterna, prima o poi il sole riuscirà ad attraversarla di nuovo. Non è forse questo che raccontano le grandi storie? Il Male non ha l’ultima parola sul mondo, e nonostante ogni voce ripeta messaggi di morte ancora sboccia la vita. La nebbia non va vissuta con resilienza, altrimenti si diventa incolore, bensì con speranza, nella certezza che anche Mordor ha una data di scadenza. Con la convinzione che siccome “tutto è troppo poco” (lo dice padre Maurizio Botta), siccome la sete di qualcosa di più si può placare momentaneamente ma non spegnere del tutto, le bugie rassicuranti finiscono per scaricarsi da sole, come batterie dimenticate al freddo. Il 31 dicembre del 2022 tornava alla Casa del Padre il papa emerito Benedetto XVI. Nelle sue parole (pronunciate il 2 novembre 2011) gli auguri più belli per il nuovo anno:
«Oggi il mondo è diventato, almeno apparentemente, molto più razionale, o meglio, si è diffusa la tendenza a pensare che ogni realtà debba essere affrontata con i criteri della scienza sperimentale, e che anche alla grande questione della morte si debba rispondere non tanto con la fede, ma partendo da conoscenze sperimentabili, empiriche. Non ci si rende sufficientemente conto, però, che proprio in questo modo si è finiti per cadere in forme di spiritismo, nel tentativo di avere un qualche contatto con il mondo al di là della morte, quasi immaginando che vi sia una realtà che, alla fine, sarebbe una copia di quella presente. (…) Solamente chi può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere una vita a partire dalla speranza. Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile solamente se c’è un Amore che superi ogni isolamento, anche quello della morte, in una totalità che trascenda anche lo spazio e il tempo. L’uomo è spiegabile, trova il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio. E noi sappiamo che Dio è uscito dalla sua lontananza e si è fatto vicino, è entrato nella nostra vita e ci dice: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno” (Gv 11,25-26). (…) Dietro il presente non c’è il nulla. E proprio la fede nella vita eterna dà al cristiano il coraggio di amare ancora più intensamente questa nostra terra e di lavorare per costruirle un futuro, per darle una vera e sicura speranza». (Riproduzione riservata)
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Grazie Giacomo, bellissimo articolo pieno di verità e di speranza cristiana!
Grazie GIACOMO
PER IL VIAGGIO SEMPLICE DELLA PAROLA DI DIO CHE FAI CORRERE TRA LE TUE RIGHE